Finalmente il giorno si avvicina, il giorno tanto atteso per Stefano Diana, tra poche ore il suo libro sarà in vendita in tutte le librerie e prossimamente disponibile in eBook. Che soddisfazione per Stefano vedere realizzato il suo progetto. Un impegno costante e lungo, finalmente ha dato i suoi frutti... Conosco Stefano, un padre presente e sensibile, un compagno di vita, un amico speciale...
Mi emoziona discutere con lui perché posso confrontarmi e capire da quali basi sia partito per far nascere il suo saggio. Stefano ha fatto sue alcune riflessioni e ha voluto condividerle con noi:
"Nel corso dei secoli ci è stato insegnato che il mondo si poteva leggere e interpretare attraverso la matematica, e che ciò era meraviglioso. La capacità di contare, misurare, calcolare, e ancor più di trovare analogie matematiche tra cose assai diverse – come 3 mele e 3 pere – ci ha condotto a un’incredibile velocità di sviluppo e all’entusiasmo di chi crede di possedere delle verità. Eppure qualcosa oggi ci manca, è innegabile. E questa mancanza ci rende sempre più confusi, tristi e impauriti, mentre sulla carta la nostra vita dovrebbe essere luminosa e piacevole come mai prima. Dev’essere qualcosa di molto importante. Ma cosa? La matematica non è solo un potente strumento: è uno psicofarmaco. Ci tranquillizza perché dove passa mette tutto in perfetto ordine, incatenando il temibile mostro del caos che ci tiene costantemente sotto scacco. La logica descrive il pensiero indubitabile e universale. L’aritmetica ci fa fare conti privi di ombre. L’algebra riassume tanto in una variabile e scopre le incognite. L’analisi estende i conti all’infinitamente grande o piccolo. La geometria permette di misurare e di costruire. Il calcolo delle probabilità apre finestre sul futuro. Ma i numeri non son fatti di materia e possono crescere all’infinito, mentre noi non possiamo. Nulla di ciò che si trova nella nostra esperienza può farlo, né avere i confini netti di una figura geometrica euclidea o una precisione ideale. Allora è importante chiedersi fin dove ci è lecito arrivare con la matematica. Allora è giusto chiedersi cosa succede quando il pensiero astratto ci porta troppo lontano dall’esperienza concreta, e stare in guardia quando arriva a fingere una perfezione, una leggerezza, un’assenza di limiti che non sono cose del nostro mondo materiale. Ciò che fanno gli uomini può essere mirabile e tuttavia non sarà mai altro che umano, riproducendo sempre ciò che siamo con la nostra parzialità, imperfezione, caducità. Alcuni di noi, vergognosi della umana imperfezione come di un figlio deforme o di una debolezza imperdonabile, hanno usato la matematica per negarla e rimuoverla. Hanno usato la matematica per tentare di escludere ogni fattore
soggettivo dall’osservazione e dal giudizio. Hanno usato la matematica per continuare a inseguire l’intramontabile sogno occidentale dell’a priori, cioè una conoscenza assoluta, immutabile, indipendente da noi e dalla nostra provvisorietà, qualcosa che scavalchi le barriere imposte dalle nostre quattro ossa, dal malanno, dalla pazzia, dalla morte. E infine hanno usato la matematica per ingannare.
Per approfondire e discutere:
L'Autore: Stefano Diana è nato a Roma nel 1969, usa soprattutto le lettere ma ha una formazione accademica da ingegnere informatico. Secondo i casi è o è stato copywriter, direttore creativo, autore di testi per canzoni, scrittore, musicista, grafico, docente di comunicazione, epistemologo,critico della cultura contemporanea. Nel 1997 ha pubblicato W.C.Net. Mito e luoghi comuni in internet (minimumfax). Per l'installazione L'albero dei Desideri (Stazione Termini 2006-7) ha disegnato l'Albero e scritto i testi del libretto distribuito da Grandi Stazioni. Ha scritto e realizzato diverse campagne nazionali per le Pari Opportunità su temi sociali. Tiene un proprio aperiodico e blog ante litteram, lideolog.net ora spesso in tandem con Facebook.
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